Oggi parliamo di Civita una piccola frazione del Comune di Bagnoregio, nell’alto Lazio, al confine con l’Umbria, all’interno della meravigliosa Valle dei Calanchi, in provincia di Viterbo. Civita è anche conosciuta come la “città che muore” o il “paese che muore”, ma vi siete mai chiesti il perché di un soprannome così tetro?
Fu proprio lo scrittore Bonaventura Tecchi a denominarla così. Civita di Bagnoregio sorge su un terreno molto precario, infatti è situata su una platea tufacea e a causa di ciò rischia il crollo perché i vasti banchi d’argilla che la sorreggono sono soggetti a continua erosione.
Chi visita questo borgo ne rimane incantato, il silenzio e la tranquillità che lo pervadono sono inspiegabili,ma nello stesso tempo è portato inevitabilmente a pensare che le rupi argillose e instabili su cui sorge ,pian piano trascineranno a valle il borgo superstite, già smembrato e dimezzato dagli innumerevoli terremoti e franamenti avvenuti nel corso dei secoli.
Ecco spiegato il perché di tale nome,che adesso ci appare il più giusto possibile!
La rinascita di Civita
Divenuta per anni un borgo fantasma ,Civita è collegata a Bagnoregio da un viadotto di cemento (ricostruito due volte, dopo l’abbattimento del vecchio ponte in muratura, fatto saltare dai tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale). Attualmente abitata da soli 11 abitanti e isolata dal resto del mondo, Civita è raggiungibile attraverso un ponte che può essere percorso soltanto a piedi, costruito nel 1965.
Civita di Bagnoregio,bella e fragilissima, è considerata uno dei borghi più belli d’Italia e candidata a diventare patrimonio dell’Unesco. Un flusso turistico cospicuo e sempre crescente, anche di provenienza straniera, ha riportato grande vitalità all’antico villaggio. Questo, recuperato nel suo aspetto originario, pian piano si sta ripopolando. Per Civita comincia una nuova età di sviluppo!
Cosa vedere a Bagnoregio
Partiamo subito dall’ingresso al borgo attraverso un ponte di 300 metri che conduce alla Porta di Santa Maria o Porta della Cava, con loggetta a tre arcate. Arrivati in cima si può ammirare la bellezza della porta ornata con due leoni che artigliano due teste umane, simbolo della vittoria del popolo di Civita sugli odiati Monaldeschi, signori di Orvieto (1494).
In una borgo così piccolo, ecco che compare un ampio spazio, conosciuto come la Piazza di San Donato, completamente in stile medievale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Donato, l’ex cattedrale di Bagnoregio, sorta probabilmente sui resti di un tempio pagano, al cui interno si conserva un Crocifisso ligneo del ‘400 ritenuto miracoloso infatti si racconta che durante la peste del 1499, il Crocifisso parlò ad una donna rassicurandola sull’imminente fine della pestilenza.
Le case basse con i loro balconi fioriti, le scalette che salgono verso i portoncini che rendono questo borgo unico nel suo genere. Tra gli edifici che si contraddistinguono ci sono: i palazzi rinascimentali dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni. In quest’ultimo è ospitato il Museo geologico delle Frane che permette di comprendere a fondo cosa stia succedendo alla rupe di Civita.
La grotta di Bonaventura che prende il nome da San Bonaventura di Bagnoregio (uno dei più importanti biografi di San Francesco d’Assisi). La tradizione vuole che in questa grotta il piccolo San Bonaventura, al secolo Giovanni di Fidanza, venne guarito miracolosamente da una malattia mortale per intercessione di San Francesco.
Da non perdere il belvedere che offre una splendida vista sui calanchi che si sono formati in modo naturale nel corso dei millenni.
Prezzo del biglietto
Per accedere al piccolo borgo di Civita di Bagnoreggio bisogna acquistare un biglietto la cui tariffa è di 5 euro ( il biglietto permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e stabilizzazione e mantenere visitabile il borgo). Il ticket è acquistabile direttamente al botteghino che si trova all’inizio del ponte, oppure a quello sito al posteggio auto/pullman di Bagnoregio. In questo sito potrete consultare tutti i dettagli e procedere anche all’acquisto online.
Foto di Matteo Angeloni da Pixabay