Il gesto del dito medio, consistente nel chiudere il pugno e sollevare il terzo dito della mano con il dorso della stessa in direzione altrui, è un gesto particolarmente offensivo. Spesso, infatti, viene ricollegato al significato del “vaffanculo”, ossia l’invito – rivolto alla persona che si intende offendere – a subire un rapporto anale.
Se (quasi) certo è il significato attribuito a questo gestaccio, ci siamo posti una domanda: quali sono le origini del gesto del dito medio?
L’antica Grecia
Il più antico riferimento del gesto in questione risale addirittura al V secolo avanti Cristo: commediografo Aristofane, per primo, rilevava l’utilizzo di questo gesto, trasponendolo nelle sue opere. Il motivo, a detta del grammatico Giulio Polluce era un certo collegamento tra il dito medio e una perversione (un significato non tanto lontano da quello odierno): tanto che, infatti, nel dialetto parlato in una regione della Grecia il nome assegnato al terzo dito aveva il significato di “persona perversa”.
Uno degli utilizzi più famosi nel mondo della Grecia antica fu quello del filosofo Diogene che, con il suo gesto, volle offendere il demagogo di Atene.
L’antica Roma
Anche nella Roma dell’antichità, probabilmente per un assorbimento della cultura greca, si identificava il gesto del dito medio come “dito impudico”.
Il poeta Marziale, infatti, fa effettuare il gestaccio in questione a un soggetto che ha sempre goduto di ottima salute, il quale si rivolge a tre medici al fine di tenerli lontani. Lo storico Tacito, poi, ha scritto che i germani erano soliti mostrare il dito medio ai soldati romani.
Il “gesto delle fiche”
In realtà, però, il gesto che più correttamente utilizzavano i romani per offendere era un altro: il gesto delle fiche, consistente in un pugno chiuso con il pollice inserito tra l’indice e il medio, a simboleggiare l’apparato genitale femminile. Inizialmente, però, questo gesto aveva un significato apotropaico, utile ad esorcizzare gli spiriti dei morti.
Con il Cristianesimo e il rigetto dei simboli pagani questo gesto fu rapidamente screditato, conservando un significato sempre più volgare. Perfino Dante, infatti, figlio di questa concezione, fa bestemmiare l’anima di Vanni Fucci nel venticinquesimo canto dell’Inferno proprio con questo gesto.
La guerra dei Cent’Anni
Una (probabilmente) leggenda racconta di come il dito medio sia stato ampiamente utilizzato durante la Guerra dei Cent’Anni, combattuta tra Inglesi e Francesi. In particolare, i Francesi disposero che avrebbero tagliato l’indice e il medio agli arcieri inglesi catturati, così che questi non avrebbero mai più potuto tendere la corda dell’arco. Quindi gli Inglesi iniziarono a mostrare queste due dita ai nemici, come a dire: “attento, non mi hai ancora catturato e sono pericoloso”.
In realtà, questa leggenda, più che spiegare le origini del dito medio, racconta di come il gesto in questione sia stato adattato dai Britannici, che tutt’ora prediligono il gesto di indice e medio a formare una “V” con il dorso rivolto al malcapitato, rispetto al solo dito medio.
L’Italia contemporanea
Nel nostro Paese, col tempo, si era perso l’utilizzo del gesto del dito medio, che era stato soppiantato da quello delle corna (con chiarissimi richiami al significato di “cornuto”), nonché il gesto dell’ombrello (compiuto con il braccio piegato ad angolo retto e la mano opposta che colpisce l’incavo del gomito).
Fu, poi, la diffusione della cinematografia statunitense a riportare il celebre gestaccio in Italia, fino quasi a soppiantare gli altri due citati gesti.
Ma qual è il vero significato del gestaccio?
Il dito medio è sicuramente uno dei gesti più antichi ancora in uso. Con tutta probabilità, la mano così posizionata serve a richiamare una forma fallica: in particolare, quindi, il dito medio rappresenta il pene e le dita chiuse su entrambi i lati richiamano i testicoli. Proprio per questo il significato è quello di invitare il malcapitato a subire un rapporto sessuale (anale).