Introduzione
Nato nel 1951 dalla geniale intuizione di Angelo Nicola Amato, direttore delle pubbliche relazioni del casinò cittadino, e Angelo Nizza, conduttore radiofonico assiduo frequentatore della casa da gioco, il Festival di Sanremo oggi è il principale evento musicale italiano.
E pensare che il primo anno del Festival i partecipanti furono solo tre e il secondo anno arrivarono a cinque. Negli anni ’60, però, iniziò a crescere sempre di più, grazie alla conduzione di Mike Buongiorno e la partecipazione di autori come Mina, Celentano, Bobby Solo e Gino Paoli.
Tra le tante edizioni, si ricorda specialmente quella del 1967, tristemente famosa per il suicidio di Luigi Tenco. Il cantante, dopo l’eliminazione della sua canzone (Ciao amore ciao, cantata in coppia con Dalida), fece una telefonata alla sua fidanzata preannunciandole l’intenzione di denunciare, il giorno seguente, un giro di scommesse clandestine sul festival. Fu, poi, ritrovato morto da Lucio Dalla e Dalida (c’è tuttora chi non crede sia stato un suicidio).
In ogni caso, abbiamo deciso di scegliere le canzoni che, secondo noi, hanno fatto la storia del Festival, tra vincitori e non.
Nel blu, dipinto di blu (volare) – Domenico Modugno, vincitore 1958
Impossibile non conoscere il capolavoro del cantante di Polignano a Mare, scritto a quattro mani con Franco Migliacci che vinse una delle prime edizioni del Festival della canzone italiana nel 1958.
Non tutti sanno, però, che ci fu un poco noto compositore, Antonio De Marco, che accusò Modugno e Migliacci di aver plagiato un suo brano (Il castello dei sogni) in un’intervista: Modugno, in ogni caso, querelò per diffamazione De Marco, che poi venne condannato.
Ad ogni modo, per tutti la canzone è il punto di rinascita della musica italiana, con la morte (o l’assorbimento) della tradizione popolare e l’inizio di una era del tutto nuova, con influenze swing americane.
Adesso tu – Eros Ramazzotti, vincitore 1986
Già vincitore della categoria Nuove Proposte con “Terra Promessa”, Eros Ramazzotti stupì tutti nel 1986 con questa bellissima canzone che fece innamorare di sé il grande pubblico.
Quindi Eros racconta di un amore perfetto: l’amore di chi ama con tutto se stesso, senza dimenticarsi mai chi è. Racconta e omaggia, infatti, la sua periferia, che ferisce con la sua dura realtà ma insegna.
Perdere l’amore – Massimo Ranieri, vincitore 1988
Composta da Giampiero Artegiani e Marcello Marrocchi, fu proposta a diversi interpreti (tra cui Franco Califano), senza mai trovare quello giusto. Alla fine, “Perdere l’amore” arrivò tra le mani di Massimo Ranieri che, seppur titubante, accettò di cantarla. Il resto è storia, ma d’altronde si sa: è la canzone che sceglie il cantante.
Questa è sicuramente una delle canzoni che ha segnato la storia di Sanremo e della musica italiana in generale. Racconta della fine di un amore e delle grandi problematiche che emergono quando una relazione viene chiusa e si è troppo in là con l’età: la difficoltà di rifarsi una vita, l’abbandono e la tristezza.
Uomini soli – Pooh, vincitore 1990
Capolavoro scritto da Roby Facchinetti, questa canzone portò i Pooh a vincere Sanremo all’unica partecipazione del gruppo al Festival. Una canzone che farà la storia della band e di tutta la discografia italiana.
Uomini soli parla dell’universo maschile e della fragile natura degli uomini, che spesso vengono presentati come forti e solitari, ma a volte sono semplicemente soli. E come scordare la preghiera a Dio del ritornello, affinché permetta che quegli uomini soli possano venire amati?
Ti regalerò una rosa – Simone Cristicchi, vincitore 2007
Questo capolavoro di Cristicchi riporta una (artata) lettera di un malato di mente: Antonio. L’uomo scrive da un manicomio, dove è rinchiuso, a Margherita, oggetto del suo amore. Uno splendido elogio alla follia e una denuncia sociale per la condizione in cui sono costretti a vivere persone che avevano la stessa situazione patologica di Antonio.
Antonio non perde mai la sua condizione di uomo, che viene fuori nel momento della disumanizzazione della malattia, in cui comunque riesce a trovare l’amore. Alla fine della canzone, riuscirà a liberarsi del dolore provato, lanciandosi in volo.
Nessuno mi può giudicare – Caterina Caselli, secondo posto 1966
Canzone rivoluzionaria che diventa un grido di ribellione contro la società e il mondo degli anni ’60, Nessuno mi può giudicare è diventato il simbolo di una generazione di donne che hanno detto no agli schemi e alla misoginia.
Il 1966 era anche l’anno in cui Franca Viola venne liberata dopo essere stata sequestrata e più volte violentata. Fu rapita perché aveva rifiutato di sposare il nipote di un mafioso dopo che questi l’aveva stuprata: all’epoca, infatti, vi era ancora il cd. matrimonio riparatore. Franca Viola, la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore fu presa a simbolo della nascente emancipazione delle donne. E Nessuno mi può giudicare è proprio figlia di questa epoca.
Maledetta primavera – Loretta Goggi, secondo posto 1981
Questa celeberrima canzone che valse il secondo posto a Loretta Goggi venne scritta da Amerigo Cascella e Gaetano Savio. Il suo successo stellare le permise di fare breccia anche all’estero, venendo tradotta in un sacco di lingue (tra cui anche il croato).
Racconta la storia di una donna che si è lasciata andare ad un momento di passione. Ma presto, il piacere lascia posto al pentimento, perché si rende conto di essere innamorata: il suo amore, però, non viene corrisposto. E quindi la primavera è l’immagine della nascita di qualcosa (in questo caso, dell’amore), ma non sempre è tutto rose e fiori.
4/3/1943 – Lucio Dalla, terzo posto 1971
Meraviglioso terzo posto, una delle canzoni più famose di Lucio Dalla. Venne scritta da Paola Pallottino, che si ispirò proprio al cantautore, rimasto orfano a 7 anni: durante la stesura del testo, però, si trasformò in un brano sull’assenza della madre.
E quindi, 4/3/1943 racconta la storia di una ragazza madre che ha avuto un figlio con un soldato americano. Inizialmente era pensata col titolo “Gesubambino” e con alcune parti abbastanza diverse: invece di “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese” c’era “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese”, e ancora “giocava a far la donna” era “giocava alla Madonna”, ma soprattutto la più famosa modifica in “adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino” che prima era “adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino”.
Gianna – Rino Gaetano, terzo posto 1978
Un altro bellissimo terzo posto per la canzone del cantautore calabrese: Gianna racconta i vizi e le abitudini dell’Italia degli anni ’70. L’immaginario dell’italiano con ideali, illusioni e tabù, ma che è pronto a rinunciare a tutto pur di avere una vita comoda e tranquilla: l’apparenza della lotta scompare di notte, quando “la gente si sveste” e “comincia un mondo, un mondo diverso, ma fatto di sesso. Chi vivrà vedrà”.
Gianna, quindi, si rivela essere una aspra critica sociale, verso tutto ciò che ha vissuto l’Italia della prima repubblica e le classi politiche che si sono susseguite. Tutti pronti a svendersi e a rinunciare a ideali, pronti a riempirsi di belle parole, pur di avere qualche voto e vivere nel lusso.
Non amarmi – Aleandro Baldi e Francesca Alotta, vincitori categoria Nuove proposte 1992
Vincitrice della categoria Nuove proposte, fu scritta da Aleandro Baldi. Il testo è fortemente autobiografico: racconta, infatti, di un uomo non vedente (come Baldi), che teme di venire amato solo per compassione o “per il gusto di qualcosa di diverso”. Lei, però, vuole amarlo e lo tranquillizza, sin dalle prime battute fino alla fine.
Il brano ha riscosso anche un discreto successo all’estero, con la fedelissima traduzione in spagnolo di Jennifer Lopez (No me ames) nel 1999.
Menzione d’onore: Sesso occasionale – Tananai, ultimo posto 2022
Non potevamo non ricordare Sesso occasionale di Tananai, ultima classificata di Sanremo 2022. Nonostante questo posizionamento, tutti ricordiamo il cantante divertirsi e festeggiare sui social del “successo” al festival. In ogni caso, la canzone venne grandemente apprezzata dopo il festival, arrivando tra le canzoni più ascoltate di quell’anno.
Sesso occasionale racconta di un ragazzo che “mette la testa a posto” dopo aver capito di provare qualcosa di serio per un’altra persona e, quindi, si “converte” alla monogamia.